Il Clanis flumen: croce e delizia della Val di Chiana Umbra

Fiume Chiani tra Ficulle e Parrano

Elemento caratterizzante di tutto il territorio della Val di Chiana è fin dall’antichità il flumen Clanis, oggi in Umbria detto fiume Chiani e in Toscana Canale Maestro della Chiana. Con il suo corso ha influenzato per millenni lo sviluppo ambientale e umano delle aree da lui attraversate, dalla provincia di Arezzo (dove nasce) a quella di Terni (dove si immette nel fiume Paglia), passando per le provincie di Siena e Perugia, rappresentando una fonte di sostentamento ma anche un “mostro” contro cui lottare periodicamente.

Con il suo corso, infatti, ha sempre costituito un’importante fonte di approvvigionamento d’acqua potabile e di nutrimento, e nell’antichità fu un’importante arteria commerciale. Il fiume in epoca etrusca e romana, infatti, era navigabile, nonostante la lieve pendenza del suo corso rendesse necessari continui lavori di manutenzione.

Continua a leggere

La prima farmacia di Fabro

La presenza di una farmacia in un centro abitato è oggi un’ovvietà, una cosa scontata, ma non è sempre stato così. Anticamente, infatti, la presenza di una spezieria, antenata delle moderne farmacie, era assai rara e di norma si trovava all’interno di monasteri o nelle grandi città. Le spezierie erano delle botteghe-laboratorio in cui lo speziale (il farmacista ante litteram) preparava e vendeva medicinali e medicamenti. Lo speziale, quindi era un profondo conoscitore delle erbe medicinali, delle polveri medicamentose e di tutti gli ingredienti naturali che permettevano di preparare unguenti e sciroppi.

A Fabro, ancora nel primo trentennio dell’800, non era presente una spezieria e la sua creazione si ebbe ad opera di un giovane speziale nativo del paese, Alessandro Canini.

Continua a leggere

La Colonnetta prima della Colonnetta

Panorama

Un nuovo articolo per raccontare le frazioni più recenti di Fabro. Come già visto con l’articolo su Fabro Scalo, questa volta si parlerà della frazione Colonnetta, figlia del progresso avvenuto in zona nel secondo dopo guerra.

La frazione Colonnetta, situata ai piedi del colle di Fabro centro storico, attualmente è il secondo centro urbano più popoloso del comune dopo Fabro Scalo, anche se mantiene la sua vocazione agricola con ampie aree destinate all’agricoltura. Fino agli anni ’60 del Novecento, invece, era abitata solo in casolari sparsi.

Continua a leggere

Un Ippolito Scalza ritrovato: la chiesa di San Martino di Fabro

Chiesa di San Martino – Fabro

L’antica Chiesa di San Martino di Fabro, attestata fin dal XIII secolo, è sempre stata attribuita nelle sue forme attuali al celebre architetto e scultore orvietano Ippolito Scalza (1532 – 1617) senza, però, un riscontro documentale. Difatti, in alcune pubblicazioni relative all’artista, l’attribuzione della Chiesa di San Martino di Fabro, se citata, è considerata dubbia.

L’attuale aspetto della chiesa, inoltre, non aiuta. Questo è, infatti, il risultato di continue interruzioni ai lavori dovute alla disputa legale, tra i vari pievani e la comunità di Fabro su chi dovesse pagare i lavori, cominciata agli inizi del ‘600 e durata circa un secolo e mezzo. Su questo stato di cose hanno gravato poi i restauri avvenuti nel corso del XIX secolo, le arbitrarie modifiche apportate nel corso del XX e i restauri dei primi anni 2000.

Continua a leggere

Da Fabro una lettera a Don Bosco

Don Bosco – 1880

L’area del Santuario della Madonna delle Grazie di Fabro non smette mai di stupire. Non solo fu luogo del miracolo dell’acqua e di devozione mariana a partire dal ‘500, ma ospitò, ben prima dell’istituto attuale edificato negli anni ’50 del XX secolo, un centro salesiano seguendo gli insegnamenti di Don Giovanni Bosco.

Questa notizia è stata rintracciata in una lettera scritta nel 1885 dal parroco di allora, Don Gustavo Sterpa, e destinata proprio a Don Bosco. Il documento oggi è conservato nell’Archivio Salesiano Centrale presso la Biblioteca “Don Bosco” dell’Università Pontificia Salesiana in Roma.

Continua a leggere

Fabro Scalo prima di Fabro Scalo

L’area di Fabro Scalo non viene mai citata quando si parla di storia o di edifici di pregio e monumenti poichè l’abitato nacque nella seconda metà dell’800, a seguito dell’apertura dell’ultimo tratto della ferrovia che collegava Firenze a Roma avvenuta nel 1861. Da questo momento in poi, quell’area pianeggiante e soggetta alle piene del fiume Chiani e dei suoi affluenti (Ripignolo, Argento e Fossalto) divenne lentamente un polo di attrazione lavorativa per gli abitanti dei paesi circostanti e portò nella zona numerosi lavoratori da tutta l’Italia. Questo è rilevabile consultando i registri dello Stato Civile dell’Archivio Storico del Comune di Fabro, in cui insieme ai cognomi tradizionali del luogo, a cui si aggiunsero quelli carnaiolesi dopo il 1869, compaiono anche cognomi del tutto nuovi, sintomo dell’arrivo di nuove persone.

In questo modo crebbe lentamente un insediamento completamente nuovo, quasi specchio della nuova Italia che si stava creando in quegli anni, in cui un territorio nazionale unificato permetteva alle persone di muoversi liberamente e trasferirsi in cerca di lavoro. Oggi Fabro Scalo costituisce il centro economico e abitativo più grande dell’Alto Orvietano.

Continua a leggere