La Via Traiana Nova e il XVII Miliare di Polvento

Cippo di Polvento - miliare XVII

Cippo di Polvento (1925) – miliare XVII

Uno dei ritrovamenti più noti avvenuti nel territorio dell’Alto Orvietano è quello del XVII Miliare della Via Traiana Nova, oggi conservato nel portico del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto.

Il Cippo fu rinvenuto nel 1925 in prossimità della linea di confine tra i comuni di Fabro e Ficulle, precisamente nel vocabolo ficullese di Polvento di proprietà della Parrocchia di Fabro. Il ritrovamento avvenne ad opera di tre abitanti di Fabro, i signori Fucello, Sacco e Dragoni. Su questa scoperta fu anche pubblicato un articolo sul quotidiano dell’epoca “L’Assalto” del gennaio del 1925 redatto dal dott. Evaristo Moretti, erudito ficullese autore di numerosi articoli di archeologia locale.

Secondo gli archeologi e i testimoni che trovarono il cippo, questo era scivolato fondo ad un calanco per via delle piogge e, come riporta il Bianchi Bandinelli [1], la sua sede originaria doveva essere stata in cima alla collina.

Fino ai primi del ‘900, la Via Traiana Nova era nota solo dai nomi dei curatores viarum (i prefetti incaricati della cura delle strade) che venivano appellati Curator viarum Clodiae, Cassiae, Anniae, Ciminae, Novae Traianae o trium Traianorum [2]. Le Traiane Nove, infatti, era tre: la nostra, una in Medio Oriente ed una che collegava Benevento a Brindisi, come variante dell’Appia.

A seguito della scoperta del cippo XIII nel comune di Allerona nel 1912 in vocabolo Monte Regole, e quella del cippo di Polvento, si aprì una lunga serie di studi su questa antica strada (vedi bibliografia a fine articolo). Un terzo cippo emerse in prossimità sempre di Monte Regole, nel 1961, sempre con la stessa numerazione ma con due iscrizioni, una di epoca traianea e una successiva dove viene citato l’Imperatore Giuliano, noto anche come Giuliano l’Apostata, datata 361-363 d.C. Si ritiene, pertanto, che quest’ultimo cippo sia andato a sostituire il precedente.

Cippo di Monte Regole (1963) - Miliare XIII

Monte Regole (1961) – Miliare XIII

Cippo di Monte Regole (1912) - Miliare XIII

Monte Regole (1912) – Miliare XIII

La Via Traiana Nova fu voluta dall’Imperatore Traiano, da cui prese il nome, nel 108 d.C. e fu costruita per sveltire gli spostamenti e gli scambi tra Bolsena e Chiusi, le due grandi città della zona, bypassando la ormai meno importante Orvieto [3].

Su ciascun cippo era riportata la distanza in miglia da Bolsena (1 miglio=1,480 m): il miliare di Polvento riporta 17 miglia che equivalgono a poco più di 25 km. La Via Traiana Nova, infatti, costituiva una bretella veloce che correva parallelamente alla Via Cassia, la quale invece toccava Orvieto e fu costruita nel II sec. a.C. circa. Il disfacimento, o comunque la precarietà, di questa via più antica fu il  motivo più plausibile per la costruzione della nuova strada.

La Traiana, nascendo da Bolsena, si dirigeva verso Nord attraversando i territori di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona e Fabro. La Cassia, invece, dirigendosi verso Orvieto e superandolo, transitava a mezza costa nel territorio di Ficulle. In un punto della Val di Chiana, probabilmente poco oltre Fabro, la Via Traiana doveva immettersi nuovamente nella Cassia, che proseguiva ad Ovest della valle giungendo a Chiusi.

La strada fu costruita in un territorio assai complesso, pieno di mutamenti geomorfologici assai repentini. Dalle zone tufacee del territorio attorno a Bolsena, dove sono emersi tratti di basolato, la strada attraversava i pianori di Castel Giorgio e Castel Viscardo, per poi giungere alle labili crete di Allerona e Fabro. E’ proprio nel nostro territorio che la presenza dei calanchi ha reso e rende tutt’ora ardua l’individuazione del tracciato preciso della strada. La facilità di erosione delle argille, infatti, ha contribuito al disfacimento della strada nel corso dei secoli, come testimonia il cippo di Polvento franato in un calanco.

Le caratteristiche fisiche del cippo di Polvento sono comuni anche agli altri due miliari rinvenuti ad Allerona:

  • Travertino
  • Altezza 160 cm
  • Cilindro monolitico rastremantesi verso l’alto
  • Basamento quadrangolare

Il miliare conserva ben tre iscrizioni di cui l’iscrizione principale e più antica riporta il nome di Traiano, la destinazione della strada e la distanza. Le seconde, invece, riportano il nome degli imperatori di due secoli dopo ed hanno una funzione più propagandistica che funzionale alla viabilità.

La destinazione è espressa solo nella prima iscrizione ed è descritta dalla seguente formula “a Volsini ad Fines Clusinorum“, da Bolsena ai confini (del territorio) dei Chiusini. Questa iscrizione, quindi, dice che la strada non arrivava alla città ma al confine del suo territorio che anticamente era assai più vasto di quello attuale. In base ai ritrovamenti fino ad oggi documentati, l’ultimo nel 1961, il confine meridionale di Chiusi doveva essere situato proprio tra Fabro e Ficulle, ma qualora dovessero essere compiuti nuovi studi e nuovi ritrovamenti questa ipotesi potrebbe essere abbandonata del tutto.

Iscrizioni presenti:

  1. CAES./DIVI NERVAE F./ NERVA TRAIANUS/ AUG. GERM. DACIC./ PONT. MAX. TRIB. P. XII/ IMP. VI CO.S. V P P/ VIAM NOVAM TRAIAN. A VOLSINI AD FINES/ CLUSINORUM FECIT/ XVII
    • Datazione: 108/109 d.C.
    • Iscrizione risalente all’apertura della strada, dove si dice che Traiano fece la Via Nova Traiana da Bolsena al territorio di Chiusi
  2. DDD NNN/ COSTANTIUS ET MAXIMIANUS/ AUGG. ET/ DIOCLETIANUS/ ET MAXIMIANUS/ SENN. AUGG. ET/ [SEVERUS ET] MAXIMINUS/ NOBB. CAESS. ET/ […] S/ MIL XVII
    • Datazione: 305/306 d.C.
    • Questa iscrizione riporta i nomi dei quattro detentori del potere al tempo della Tetrarchia [4]. In questa iscrizione sono citati Costanzo Cloro e Galerio Massimiano Augusti, Diocleziano e Massimiano Augusti Anziani, e Severo (il cui nome è stato cancellato) e Massimiano Daza Nobili Cesari.
  3. BONO/ GENERIS HUMANI/ CREATI/ D N/ COSTANTINI/ PERPETUI/ SEMPER/ AUG. XVII
    • Datazione: tra il 324 e il 337 d.C.
    • Questa iscrizione riporta unicamente il nome di Costantino, definito dalla formula “creato per il bene del genere umano”, che testimonia la presa del potere assoluto da parte dell’imperatore e la connotazione cristiana universale del messaggio.

Infine, probabilmente pertinente alla Via Traiana Nova, è il rudere situato in località Armata nel comune di Allerona dove è presente un rudere in calcestruzzo. Nel 1878 tale rudere fu oggetto di una ricognizione archeologica [5] e venne indicato come avanzo di un sepolcro romano. Nella relazione viene riferito che il fondo era di proprietà del Conte Orfei e che questi fece richiesta al ministero di praticare degli scavi. Non vi sono, però, informazioni se siano mai stati effettuati tali scavi e se, invece, effettuati cosa ne emerse.

Il rudere attualmente ancora in situ si presenta come un ammasso di calcestruzzo di oltre 150 cm di altezza e con una forma che ricorda vagamente un ferro di cavallo. La presunta apertura è rivolta verso Est e la “camera sepolcrale” è assai piccola e stretta, pertanto viene da chiedersi se questa sia davvero la forma originaria o se sia il frutto di scavi e di continue asportazioni dovute alle arature del campo circostante. Nel territorio limitrofo non emergono materiali archeologici.

Autore: F.B.

Note:

[1] R. Bianchi Bandinelli in “Notizie degli Scavi” (1925) pag. 36

[2] Questi i nomi dei curatori delle Vie Traiane: L. Cossanius Gallus Vecilius Crispinus Mansuanianus Marcellinus Numisius Sabinus (108 d.C.) CIL III 6813; A. Pletorius Nepos A. f. Serg. Nepos Aponius Mamilianus C. Licinius Pollio (112 d.C.) CIL V 877; L. Aurelius Gallus (117 d.C.) CIL VI 1356; C. Oppius Sabinus C. f. Vel. Sabinus Iulius Nepos M.’ Vibius Solemnis Severus (età adrianea) CIL IX 5833; L. Pullaienus Gargilus Antiquus (157 d.C.) CIL III 7392; L. Calpurnius Proculus (180/185 d.C.) AE 1926, 77; M. Maenius Cornelianus (212 d.C.) CIL II 1532.

[3] Orvieto era decaduta a seguito della sua distruzione avvenuta nel 264 a.C. ad opera dei Romani. Ciò costrinse la popolazione superstite a migrare verso il lago di Bolsena dove fu fondata Volsinii Novi (Bolsena), in sostituzione di Volsinii Veteres, Orvieto nella toponomastica romana.

[4] La Tetrarchia, letteralmente il governo dei quattro, è la forma di amministrazione imperiale che succedette la Diarchia, governo a due, volute entrambe dall’Imperatore Diocleziano tra il 293 e il 305 d.C. Queste nuove forme di governo videro la suddivisione dell’impero in due grandi aree geografiche (Impero d’Occidente e Impero d’Oriente), governate ciascuna da un Augusto (la Diarchia) e poi da due Augusti e due Cesari con la Tetrarchia. Augusto era il titolo spettante all’imperatore, mentre Cesare era il titolo per il futuro successore.

[5] ASO (Archivio di Stato di Orvieto), Archivio Ispettorato Monumenti e Scavi – Orvieto, busta 6, fasc. 32, cart 4080

Bibliografia degli studi sulla Via Traiana Nova:

– E. Galli, Allerona: cippo miliario della via Traiana Nova, in “Notizie degli Scavi” serie V, 1913, fasc.9, pag. 341-344
– R. Bianchi Bandinelli, Fabro: scoperta di un cippo miliario della via Nova Traiana, in “Notizie degli Scavi” serie V, 1925, fasc.1-2-3, pag. 36
– E. Martinori, Via Cassia (antica e moderna) e sue deviazioni, Roma, 1930
– W. Harris, The Via Cassia and the Via Traiana Nova between Bolsena and Chiusi in “Papers of the British School at Rome” (1965) vol. XXXIII, pag. 113-133
– B. Klakowicz, Il Contado Orvietano, parte seconda. I terreni a Nord, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1977, pag. 58-59
– W. Harris, A milestone from the Via Traiana Nova near Orvieto in “Zeitschrift fur Papyrologie und Epigraphik” vol. 85, 1991, pag. 186-188
– A. Mosca, Via Cassia. Un sistema stradale romano tra Roma e Firenze, Roma, L.S. Olschki, 2002, pag. 127 e seg.

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